E’ una piovosa domenica di agosto, quelle che, dopo il caldo passato, ti rinfrescano e ti regalano già la sensazione di vivere settembre.

Decido di fare visita all’Ambasciata del Gusto all’Ex Convento dell’Annunciata di Abbiategrasso.

Complice il consiglio di Roberto, la passione per la cucina, lo chef Carlo Cracco e il desiderio di mostrare a Max e a Stefano una delle bellezze che la storia ha lasciato alle porte di Milano.

La ricetta perfetta.

Appena arrivati assistiamo allo showcooking di Fabiana Scarica, chef di Villa Chiara-orto&cucina- a Vico Equense (NA) che ci incanta facendo scivolare gli ingredienti in padella, ci regala un semplice sorriso e ci fa sentire subito “a casa”.

Assaporiamo i suoi paccheri di orzo con crema di peperoni, capperi, olive e cipolla in agrodolce: un’esplosione di colori e profumi che regalano la consapevolezza dell’Arte del cucinare.

Un Arte che parte dai prodotti della terra e arriva ad accarezzare la bocca dell’uomo.

Semplice. Geniale. Straordinario.

Gustiamo la tavolozza di sapori che ci vengono raccontati, come fosse una storia, sul menù e nei nostri palati si scioglie silenziosa la passione di chi li ha creati.

Il “Fab (Fabiana) Sandwich” vegetariano con le ormai famose patatine San Carlo, sponsorizzate dallo Chef Carlo Cracco. Pasta in salsa tiepida di peperoni grigliati, capperi, olive e cipolla caramellata. Ambo su Napoli: assaggi di pasticceria tra Napoli e Sorrento, mini babà e mini delizie al limone.

Nel pomeriggio caffè, ancora babà, delizie al limone e altri gustosi biscotti s’impastano con lo sguardo e le parole di Fabiana, che racconta dei suoi piatti e della sua terra con la passione di chi ama i luoghi in cui vive, di chi ama il proprio lavoro. Il tutto nella cornice del refettorio dell’Ex Convento dell’Annunciata, in un ambiente raccolto e suggestivo.

Continuiamo il pomeriggio visitando gli interni dell’ex Convento dell’Annunciata e concludiamo, da buoni fotografi, con la mostra fotografica “Gli Ambasciatori del Gusto” a cura di Giovanni Gastel e Carlo Cracco (ingresso libero).

Non dimentichiamo le sale dedicate ai prodotti gastronomici del territorio lombardo, in particolare dei produttori locali del Parco del Ticino.

Nel programma è inclusa anche la Cooking class, una sala dove TU puoi cucinare insieme allo chef (su prenotazione e al prezzo di 15 euro). Un’esperienza che non abbiamo provato, ma abbiamo tempo fino ad ottobre!

Decidiamo di tornare verso casa ma è doveroso segnalare che il programma della giornata continua alle ore 18.00 con gli aperitivi gourmet a km 0 proposti dagli hotel 5 stelle lusso milanesi che hanno aderito al progetto.

A proposito di cucina…

Ho cucinato spaghetti pomodoro e basilico e mentre scrivo questo articolo assaporo il profumo del sugo che ancora avvolge la casa.

LE CINQUE W

Who? (chi?) Ambasciata del Gusto – Good Food in Good Expo

What? (cosa?) Ambasciata del Gusto – Good Food in Good Expo è il progetto “Fuori Expo” ideato dall’Associazione Maestro Martino, rappresentata dallo chef Carlo Cracco.

L’Associazione Maestro Martino promuove la Cucina d’Autore lombarda attraverso iniziative culturali – tra cui eventi di comunicazione, convegni, dibattiti, concerti, mostre e spettacoli – tramite il format Milano Gourmet Experience.

Ad Abbiategrasso protagonisti principali sono i dodici Chef selezionati da Carlo Cracco, dal Trentino alla Sicilia, che si alternano nei fine settimana di tutta estate e che ci regalano tutta la loro maestria culinaria. Accanto a loro altri Chef italiani e stranieri ospiti per eventi speciali.

Degustazioni e showcooking, cooking class, ricette originali e prodotti agricoli del Parco del Ticino e della filiera agricola lombarda.

When? (quando?) da maggio a ottobre – ogni fine settimana, dalle ore 10.00 alle 20.00 circa.

INGRESSO GRATUITO

Where? (dove?) Ex Convento dell’Annunciata – via Pontida 20, Abbiategrasso (MI)

Why? (perchè?) Per permettere agli ospiti di vivere un’esperienza a base food, per valorizzare l’identità storica, culturale ed enogastronomica della Lombardia.

CURIOSITA’

L’Associazione Maestro Martino è nata nel 2011 con lo scopo di valorizzare la figura storica di Maestro Martino.

Chi è Maestro Martino? Cuoco e gastronomo italiano, fu il più importante cuoco europeo del XV secolo, che con il suo Libro de Arte Coquinaria  ha creato il caposaldo della letteratura gastronomica italiana, testimoniando il passaggio dalla cucina medievale a quella rinascimentale.

Uno dei principali elementi distintivi dei suoi piatti, è il recupero del gusto originale delle materie prime, evitando l’abuso di spezie, com’era d’abitudine nella tradizione medioevale quando le spezie, e la loro abbondanza, simboleggiavano la ricchezza del padrone di casa.

Scorrendo le ricette presenti nel suo libro, tra le peculiarità che meritano d’essere segnalate ve ne sono sicuramente due: i “colori” e la “tempistica” della preparazione.

I colori. Non rinnegando, ma rinnovando le ricette a lui precedenti, Martino prosegue nella tradizione dei cosiddetti colori primari (ad esempio: l’uva per il rosso, le mandorle per il bianco, il prezzemolo per il verde, lo zafferano per il giallo, etc.). Inoltre, anche i nomi di alcune preparazioni pongono il colore come elemento distintivo (ad esempio: Sapor bianco, Brodetto e Salsa verde, Peperata gialla da pesce, etc.).

I tempi di cottura. Sui tempi di cottura, Martino, di quando in quando, dà indicazioni che oggi possono apparire bizzarre, ma che vanno contestualizzate nell’epoca in cui egli operava: un numero variabile di preghiere (Pater Noster o Miserere), da recitare attendendo che le pietanze cuociano. Questo singolare suggerimento costituiva un ingegnoso espediente grazie al quale il vulgus – al quale il libro era principalmente dedicato – poteva regolarsi sulla giusta cottura tramite uno “strumento” (le preghiere) che era certamente ad esso ben noto (es. «et un’altra volta lo lassarai bollire per spatio quanto diresti un miserere»). Non bisogna dimenticare che i primi orologi da tavolo, ad uso casalingo, sono apparsi in Italia solo nel XVI secolo.

Le invenzioni di Martino. A lui si deve la prima menzione della parola polpetta, assente nei ricettari fino al XIV secolo, anche se – leggendone la preparazione – pare alluda non già alla polpetta come la intendiamo oggi, bensì ad un involtino allo spiedo. È il primo cuoco che scrive la ricetta della finanziera piemontese ed è il primo a descrivere una preparazione che possiamo considerare come la progenitrice dell’attuale mostarda vicentina.

Alcune ricette di Maestro Martino? Frittelle con Fior di Sambuco, Vermicelli, Ravioli in tempo di carne e tanto altro ancora! Per scoprirle consultato il “Menù di Leonardo” al seguente link: MenùdiLeonardo

L’EX CONVENTO DELL’ANNUNCIATA

Il Convento dell’Annunciata venne fatto edificare nel 1469 da Galeazzo Maria Sforza, duca di Milano, come voto di ringraziamento per essere scampato a un’imboscata tesa tre anni prima a Novalesa. Nel 1471 i frati Minori Osservanti si insediarono nel complesso conventuale. La chiesa venne consacrata il 31 agosto del 1477 e dedicata all’Annunciazione: una scelta legata da un lato alla spiritualità francescana, dall’altro alla storia degli Sforza (Francesco, padre di Galeazzo e primo duca della dinastia sforzesca, era salito al trono il 25 marzo, il giorno dell’Annunciazione, del 1450). Nel convento risiedevano mediamente 15-20 persone fra religiosi e laici.

Il convento fu soppresso nel 1810 e l’anno dopo ceduto dal Demanio alla Congregazione di Carità di Milano. Diventò sede maschile della Pia casa degli incurabili, che fu ospitata all’Annunciata fino al 1873. L’ex convento fu quindi venduto a privati e la volumetria frazionata per ospitare abitazioni popolari e attività produttive di vario tipo.

L’amministrazione comunale lo acquisì nel 1997 e avviò un intervento di restauro terminato nel 2007.

Dentro l’Annunciata. Gli affreschi

La chiesa dell’Annunciata, a navata unica, originariamente era divisa in due da un tramezzo che venne abbattuto nel Settecento: uno spazio era dedicato ai fedeli che ascoltavano la predicazione, l’altro – che comprende il presbiterio e l’abside – era riservato ai religiosi.

Della decorazione interna della navata è rimasto poco. Molto è tornato alla luce, invece, delle pitture dell’abside. Gli affreschi hanno la particolarità di essere datati e firmati: un cartiglio, infatti, permette di attribuirli con assoluta certezza a Nicola Mangone da Caravaggio, detto il Moietta, che li ha completati nel 1519. Quelli sulla parete raffigurano le Storie della Vergine, un tema caro ai frati Minori; nella fascia inferiore ci sono i ritratti di alcuni santi dell’Ordine, sulla volta gli Evangelisti e i Dottori della Chiesa. Nella parte anteriore dell’arcone, sotto Dio Padre, a sinistra spicca l’Angelo annunciante mentre a destra è raffigurata Maria. In basso, l’Adorazione dei pastori e il Riposo durante la fuga in Egitto sono di chiara ispirazione leonardesca.

Ricorda. Quando entri in un luogo sacro porta il tuo sguardo sull’arco trionfale, quella grande apertura nella parete che conduce all’abside: troverai rappresentato, quasi sempre, il tema dell’Annunciazione. La scena biblica, infatti, si sposa con l’architettura della chiesa. L’arco si trasforma in un ponte ideale tra il cielo (l’angelo) e la terra (Maria) e diventa portatore del grande annuncio dell’angelo a Maria.

Per maggiori informazioni e saperne di più…

AssociazioneMaestroMartino

MilanoGourmetExperience

ComuneAbbiategrasso

ParcodelTicino

Pictures

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Credits

Ordine e Libertà “Noi e l’EXPO” – Google