Cari Amici,
la ripresa lavorativa di visite guidate a Milano, 🗣 porta sempre con sé una grande carica ed entusiasmo. Non solo.
Ritornare nei luoghi più cari regala l’opportunità di ri-vedere con occhi nuovi 👀 dettagli già conosciuti e dotati di un eterno fascino.
Così, mentre mi perdo letteralmente tra i cortili del Castello Sforzesco, fotografo per l’ennesima volta la scopetta di Ludovico il Moro. 🧹
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Si tratta di uno dei tanti e singolari stemmi sforzeschi che costellano non solo Milano, ma tutti quei luoghi che hanno visto il passaggio di uno degli Sforza più astuti della casata.
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Conoscete la storia di questo stemma? Ve la racconto io.
Avete mai sentito parlare della celeberrima Impresa della scopetta? 🧹
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In primis, l’impresa, è la rappresentazione simbolica di un proposito, di un desiderio, di una linea di condotta per mezzo di un motto o di una figura che vicendevolmente si interpretano.
L’impresa della scopetta è legata proprio a Ludovico il Moro, così chiamato per la sua carnagione scura e per il suo bel caschetto nero corvino.
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Durante il suo ducato egli non perdeva mai occasione di ricordare a tutti l’aspetto morale della sua politica.
Così, in una delle sale del Castello Sforzesco di Milano 🏰 fece eseguire un curioso dipinto in cui vi era raffigurata una dama in abbigliamento regale, ✨ con una veste ricamata ad emblemi delle città italiane.
Accanto stava uno scudiero moro in atto di ripulirla con la famosa scopetta. 🧹
A chi chiedeva lumi, Ludovico rispondeva: “La donna è l’Italia, io sono lo scudiero, la scopetta è per nettar l’Italia d’ogni bruttura”.

Allegoria dell’Italia nettata dal Moro tratta dal libro “Dialogo dell’imprese militari et amorose” di Paolo Giovio, Lione 1574.

Testimonianza tangibile del significato simbolico della scopetta e di quanto vi ho appena raccontato, sono le seguenti parole:
(Ludovico il Moro) “aveva fatto dipingere in Castello l’Italia in forma di reina 👸🏽 che aveva in dosso una veste d’oro ✨ ricamata a ritratti di città che rassomigliavano al vero e dinanzi le stava uno scudiero moro negro con una scopetta in mano. Perché dimandando l’ambasciator fiorentino al Duca al che serviva quel fante negro, rispose che scopettava quella veste e le città per nettarle d’ogni bruttura, volendo che s’intendesse il Moro essere arbitro dell’Italia e assettarla come gli pareva”.
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A scrivere queste parole fu l’erudito comasco Paolo Giovio nel suo Dialogo delle imprese eroiche ed amorose, composto a Firenze negli anni Cinquanta del Cinquecento: un sagace trattatello, di genere squisitamente cinquecentesco, dedicato appunto alle “imprese”.
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Non è finita qui.
Oltre alla scopetta, lo stemma sforzesco è caratterizzato anche da un nastro sul quale compare uno dei motti preferiti di Ludovico Merito et tempore, ovvero “per merito e con tempo”.
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Dove si trova la scopetta 🧹 che ho fotografato al Castello Sforzesco di Milano?
Andate a cercarla nel cortile della Rocchetta!
Un consiglio: guardate in alto!
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Buona ricerca! 🕵🏻🕵🏻‍♂️
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Un caro saluto 😉
elysArte