In un giardino alpino ogni filo d’erba ha la sua storia da raccontare.

Cari Amici,
è il secondo giardino alpino istituito in Italia, dopo quello di Chanousia sul colle del Piccolo San Bernardo. Si trova a 800 metri di altitudine, sulle pendici del Mottarone, nella graziosa frazione Alpino di Stresa.
Sto parlando del Giardino Botanico Alpinia.

Una sola panchina di legno grezzo, su un dosso a 800 metri d’altitudine, prospiciente il gran quadro del bacino centrale del Lago Maggiore, era quanto di turistico esisteva in posto; vi si giungeva per mezzo di uno stretto sentiero tra ginestre e felci. Quello era il “belvedere” e si sapeva che da quel posto, nel gran silenzio dell’isolamento dal resto del mondo, la vista poteva spaziare su laghi e monti fino a più di centocinquanta chilometri di lontananza.

Queste sono le parole di Iginio Ambrosini che insieme a Giuseppe Bossi lo istituì nel 1934.
Fondato in epoca fascista il giardino fu inaugurato con il nome di Duxia.


Il Giardino Botanico Alpinia rappresenta un luogo di notevole interesse naturalistico per la sua vasta e variegata raccolta di specie botaniche autoctone che crescono spontanee sui pendii del Mottarone, di specie provenienti dal piano alpino e subalpino, dal Caucaso, dalla Cina e dal Giappone.
Sono più di mille, infatti, le specie di piante che si espandono su un’area che dai 12.000 mq degli esordi si estende ora su 40.000 mq, regalando scorci che nella loro semplicità regalano una genuina sensazione di pace, ordine, tranquillità.
All’interno è inoltre presente una rinomata fonte d’acqua oligominerale dedicata al naturalista Marco de Marchi, fondatore dell’Istituto Idrobiologico di Pallanza.

Punto forte dell’area è l’eccezionale panorama visibile dal Belvedere, una vista unica che spazia dal Golfo Borromeo alla catena delle Alpi Svizzere.
Grazie a questa pregiata posizione Alpino divenne, fin dalla metà del XIX secolo, meta turistica per molti aristocratici europei e per artisti che qui trovarono l’ispirazione per le loro opere. Pittori della scuola lombarda e noti musicisti, affascinati dal luogo, vi costruirono splendide dimore; nacquero cosi Villa Pica-Alfieri, Villa Rebora Pimpinelli, Villa dell’Orto e Villa Anfossi. In quest’ultima è conservata un’epigrafe latina di Achille Ratti, futuro Papa Pio XI, dedicata all’Alpino: Qui tutto è musica, e il compito del maestro è quello di tradurre in note la voce superba della natura.

Henry Correvon, fondatore nel 1889 del Giardino alpino La Linnea in Svizzera, in una conferenza tenuta a Milano nel 1934 dichiarò: Ho visto dove Duxia nasce, ho visto molti bei luoghi d’Europa e d’America, dichiaro che il belvedere dell’Alpino è il più bello del mondo. Mi hanno detto che esagero, nego l’esagerazione.

Cosa state aspettando? Sedetevi qui e esagerate anche voi!

Lo sapevate che ..?
Oltre al Giardino Botanico Alpinia, l’agronomo Iginio Ambrosini fondò nel 1939 il Museo dell’Ombrello e del Parasole della vicina Gignese. Il Museo accoglie circa 1500 pezzi tra impugnature, bastoni, ombrelli e parasole e racconta l’evoluzione delle mode che hanno influenzato dall’Ottocento a oggi lo stile di questi accessori.
Comprende anche pezzi storici, ombrelli appartenuti a pittori, cardinali, nonché il parasole della Regina Margherita, la cui famiglia era solita villeggiare a Stresa. Nel settore del Museo dedicato alla vita degli Ombrellai è possibile ammirare i rudimentali attrezzi delle antiche botteghe, in un viaggio di memorie attraverso i volti, gli strumenti, i luoghi di lavoro che hanno caratterizzato la produzione di ombrelli. Un itinerario storico ricco di immagini, di testimonianze e curiosità di un lavoro antico che gli ombrellai nati nel Vergante hanno saputo far conoscere ed apprezzare in tutto il mondo.

 

Per saperne di più
http://www.giardinobotanicoalpinia.altervista.org
http://www.museodellombrello.org