Cari Amici,
e se vi dicessi che ho deciso di inaugurare un programma in radio?
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Tutto è successo non-a-caso.
Una visita guidata virtuale, un contatto, una proposta.
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Così mi è venuta in mente una cara persona di nome Carla, che qualche anno fa mi aveva coinvolto in una radio locale (Radio TRM) a parlare di arte.
Ho osato a buttarmi in questa nuova avventura pensando subito a lei, pensando di farle un regalo che arrivi fin lassù dove si trova ora, nel cielo profondo e terso.
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La sento sorridere e sento che sto facendo la cosa giusta.
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Nasce così ARTE IN RADIO con Elisa. 🎨🎧
Un programma per conoscere e condividere storie, aneddoti e curiosità del patrimonio storico-artistico tra i più invidiati al mondo: l’Italia!
Perché la Bellezza salverà il mondo! 🌍❤️
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Potete ascoltarmi nella diretta streaming di RadioActive20068 il venerdì alle ore 10:30 e la replica alle ore 22:00.
Se vi siete persi la diretta cercatemi sul sito e troverete il podcast per riascoltare il programma!
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Per ascoltarmi ed ascoltare i podcast👇🏻
https://www.radioactive20068.it/
Potete anche scaricare l’App 👉🏻 Radio Active 20068
Pagina FB: Radio Active 20068
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Vi aspetto! 😃
elysArte
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Se volete conoscere Carla, a cui dedico questo programma, vi consiglio di leggere qui 👉🏻 https://elysarte.com/…/il-tempo-piu-prezioso-sulla-terra/




Cari Amici,
oggi desidero condividere con voi 1️⃣1️⃣ CURIOSITA’ sul salotto per antonomasia di Milano.
Un alveare di ferro e vetro, dentro il quale si può udire un silenzioso fruscio fatto di scalpiccii, risate, parole, posate, che da secoli rappresentano la sua anima vibrante e carica di energia.
Sto parlando della ɢᴀʟʟᴇʀɪᴀ ᴠɪᴛᴛᴏʀɪᴏ ᴇᴍᴀɴᴜᴇʟᴇ ɪɪ.
1️⃣ ɢɪᴜsᴇᴘᴘᴇ ᴍᴇɴɢᴏɴɪ è il nome dell’ingegnere-architetto emiliano che vinse, nel 1863, il concorso per la realizzazione di una strada a funzione prevalentemente commerciale coperta a vetri, sul sedime dell’attuale Galleria.
2️⃣ La cerimonia della posa della prima pietra della Galleria Vittorio Emanuele II si tenne il 7 marzo 1865: quel giorno nevicò! ❄️
Di fronte ai 200.000 milanesi presenti, Giuseppe Mengoni allungò al re 👑 Vittorio Emanuele II un vassoio d’argento con una cazzuola e del cemento per sigillare la prima pietra. 🧱
3️⃣ La sua costruzione impiegò 700.000 giornate di lavoro 🔨 e i costi complessivi ammontarono a circa L.7,000,000 💷💷💷.
4️⃣ La Galleria fu ultimata nel 1867 e inaugurata domenica 15 settembre di quell’anno: questa volta fu una giornata di sole! 🌞
Tuttavia, non poteva ritenersi veramente compiuta, fino a che non fu concluso l’arco monumentale di ingresso da Piazza del Duomo.
La sua realizzazione si protrasse per oltre dieci anni!
5️⃣ L’arco doveva essere completato entro il 31 dicembre 1877 quando, alla vigilia dell’inaugurazione, costò la vita al suo architetto: intento a controllare da vicino i dettagli di una finitura, Mengoni precipitò dalle impalcature il giorno prima! 😨
6️⃣ Al centro della Galleria, dentro al cosiddetto Ottagono, guardando in alto, agli angoli, compaiono quattro donne 👩🏻🦰: sono le personificazioni delle Quattro parti del Mondo (Africa, Asia, Europa e America). Inizialmente dipinte nel 1867, furono sostituite all’inizio del Novecento dai mosaici odierni. Lo stesso accadde alla allegorie delle Attività Umane (Agricoltura, Arte, Industria e Scienza) dei due archi del braccio corto della Galleria.
7️⃣ Dove sono finite le 24 statue in gesso di italiani illustri collocate in origine sui quattro viali interni della Galleria? I giorni della merla ❄️ del gennaio 1891 si fecero sentire e le statue furono letteralmente sgretolate dalle continue gelate ❄️, per essere poi rimosse definitivamente.
8️⃣ Dal 1867 e per circa dieci anni l’illuminazione 💡della Galleria avveniva grazie ad un sofisticato marchingegno chiamato ᴇʟ ʀᴀᴛᴛɪɴ perché dal basso sembrava un topolino. 🐀
Ogni volta che accendeva le luci, dalla folla riunita in Galleria partiva un vigoroso applauso. 👏🏻
9️⃣ Il primo milanese a nascere in Galleria fu Davide, figlio di Gaspare Campari.
Nel primo decennio del Novecento Davide aprì in Galleria Il Camparino che ancora oggi conserva gli arredamenti dell’epoca.
🔟 Secondo il regolamento comunale, gli esercizi che aprono la loro attività in Galleria devono presentare le loro insegne con scritte oro su sfondo nero.
1️⃣1️⃣ Al Ristorante Savini Frank Sinatra chiese di andare a Sassello a comprare una confezione di amaretti da consumare come dessert. 🍪
Alle prossime 1️⃣1️⃣ CURIOSITA’!
elysArte
Credits
Foto da highlinegalleria, ingalleria, 24orenews
Cari Amici,
84 anni fa, ed esattamente il 30 novembre 1936, un incendio 🔥 distrugge a Londra il ᴄʀʏsᴛᴀʟ ᴘᴀʟᴀᴄᴇ.
Si tratta dell’edificio che, nella seconda metà dell’Ottocento, aprì il capitolo dell’architettura in ferro e vetro ma che soprattutto fu costruito per la prima grande ᴇxᴘᴏ ᴜɴɪᴠᴇʀsᴀʟᴇ, svoltasi nel 1851 proprio nella capitale del Regno Unito.
Realizzato su progetto di ᴊᴏsᴇᴘʜ ᴘᴀxᴛᴏɴ, giardiniere, botanico 🌿 ed architetto, 📐venne installato a Hyde Park, per essere poi smontato e ricostruito, con i suoi 90.000 metri quadri, in un’altra zona della città, Sydenham Hill, nel 1852.
Dopo l’esposizione universale, il Crystal Palace fu adibito ad usi differenti: sede di manifestazioni sportive, ospitò anche una delle prime esposizioni sui dinosauri; durante la Prima Guerra Mondiale venne utilizzato per esercitazioni della marina, per ospitare successivamente degli studi televisivi.
L’incendio che bruciò l’edificio nel 1936, commentato da Winston Churchill come l’avvenimento che segnava la fine di un’epoca, venne causato molto probabilmente da un corto circuito. ⚡
Qualche notizia sull’Expo 1️⃣8️⃣5️⃣1️⃣
👉🏻 Nacque da un’iniziativa del Principe Alberto;
👉🏻 venne inaugurata niente di meno che dalla Regina Vittoria in persona; 👑
👉🏻 l’Esposizione durò dal 1 maggio all’11 ottobre 1851;
👉🏻 35 furono i Paesi partecipanti;
👉🏻 venne visitata da 6 milioni di persone;
👉🏻 vennero fondati 3️⃣ importanti musei, il Victoria and Albert Museum, il Museo della Scienza e il Museo di Storia Naturale.
Buona serata! 😉
elysArte
Cari Amici,
qualche giorno fa mia figlia ha rovistato nel primo cassetto del mio comodino in camera da letto. Quando, con calma e pazienza, ho rimesso ogni oggetto al suo posto, mi sono ritrovata tra le mani un profumo di Christian Dior, Dior Addict.
Ho spruzzato lentamente qualche goccia sul polso e ho annusato l’essenza.
Ho chiuso gli occhi e ho subito visualizzato la prima volta che ne ho sentito il profumo.
Non ricordo con l’esattezza l’anno. Più di dieci anni fa, credo.
Nel periodo natalizio entro alla Rinascente di Milano e, prima di salire la scala mobile, qualcuno mi chiede “Vuole provare”?
Credo sia stata una delle prime volte ad aver accettato ad una richiesta del genere.
Non amo sentire addosso per tutta la giornata profumi che non conosco.
Quel profumo, però, mi ha colpito subito.
Dolce e forte allo stesso tempo. Intriso di femminilità.
Così, l’ho chiesto come regalo per il Natale di quell’anno e l’ho conservato fino ad oggi.
Sento così l’esigenza di scrivere qualche riga riguardo a questa esperienza, sia per condividere la duratura sensazione che suscita la semplice azione di annusare un profumo, sia perché, in questo periodo di chiusura, pensare alla Rinascente di Milano piena di gente è alquanto strano.
Eccomi così a raccontarvi la storia del luogo dello shopping milanese per eccellenza.
Perché è proprio nel periodo natalizio che, colpita da un incendio, dimostrò negli anni a seguire di essere più che mai La Rinascente di Milano.
Andiamo con ordine.
Alla fine dell’Ottocento arrivano a Milano i fratelli lodigiani Ferdinando e Luigi Bocconi, iniziando la loro avventura imprenditoriale dal gradino più basso, ovvero quello di venditori ambulanti di tessuti e abbigliamento.
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Il 4 giugno, i fratelli Bocconi aprono la prima bottega di stoffe 🧵 e confezioni all’angolo di via Santa Radegonda a Milano, vicino al Duomo, in pieno centro storico.
Si dimostrano fin da subito all’avanguardia: sono tra i primi in città a sperimentare l’utilizzo della luce elettrica 💡 per illuminare la piccola vetrina, attirando così l’attenzione dei passanti.
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Viene inaugurato il Magazzino Livornese, accanto ai bastioni di Porta Nuova.
La gamma dell’offerta è ampliata alla biancheria, ai cappelli 👒, alle calzature 👞 , ai tendaggi e al mobilio 🪑. Qui introducono per la prima volta il prezzo fisso, dimostrandosi ancora una volta dei precursori.
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I Bocconi affittano l’Hôtel Confortable, il cosiddetto Palazzo Quadrilatero, accanto alla Galleria Vittorio Emanuele II, e vi stabiliscono la loro azienda commerciale.
Nasce Aux Villes d’Italie, ribattezzato di lì a poco Alle città d’Italia, il primo grande magazzino italiano, 🇮🇹 con i suoi ampi locali, la varietà dell’assortimento e soprattutto l’esposizione delle merci, visibili sia dalla strada che all’interno.
Li caratterizza una splendida sala in stile gotico inglese.
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Si inaugura la nuova sede milanese dei magazzini Alle Città d’Italia in piazza del Duomo, nel palazzo progettato dall’architetto Giovanni Giachi.
Con le sue tre ampie facciate, il palazzo occupava la stessa area dell’attuale Rinascente, accanto al Duomo tra via San Raffaele e via Santa Radegonda.
Moderno e funzionale, caratterizzato da uno stile e da una tecnica d’avanguardia il palazzo diventò subito un modello per tutto il Paese.
Milano, Civica Raccolta delle Stampe Achille Bertarelli.
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L’imprenditore milanese Ferdinando Bocconi fonda l’Università Commerciale Luigi Bocconi, in memoria del figlio primogenito scomparso nel 1896 durante la battaglia di Adua.
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Il 5 febbraio muore Ferdinando Bocconi. Due anni prima era stato nominato senatore.
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I Magazzini Bocconi vengono venduti a Senatore Borletti, che affida a Gabriele D’Annunzio l’ideazione del nome. “E’ semplice, chiaro e opportuno”.
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Il 7 dicembre, nello stabile di piazza del Duomo, apre al pubblico la Rinascente.
Pochi giorni dopo l’apertura, nella notte di Natale 🎄 di quello stesso anno, un incendio 🔥distrugge il palazzo. Nei giorni seguenti, sui giornali locali compaiono le parole di Borletti: “Post fata resurgo. La Rinascente, dopo il disastro da cui fu colpito il suo magazzino di piazza del Duomo risorgerà più bella più grande più forte di prima”.
1️⃣9️⃣2️⃣1️⃣
La Rinascente riapre i battenti. Il celebre manifesto realizzato da Aldo Mazza per la riapertura dei magazzini, in cui è raffigurato un tronco di ulivo da cui sbocciano nuovi rami, è un rimando al concetto simbolico della rinascita.
In questi anni si consolida il fecondo sodalizio tra la Rinascente e Marcello Dudovich.
L’artista triestino firmerà i manifesti pubblicitari per l’azienda fino al 1956.
Archivi Farabola, Vaiano Cremasco.
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La guerra provoca gravissimi danni all’azienda. Il 16 agosto la Rinascente di piazza del Duomo viene bombardata.
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Il 4 dicembre riapre i battenti. La progettazione architettonica dell’esterno del palazzo è opera di Ferdinando Reggiori. Carlo Pagani progetta le vetrine, gli ingressi, l’architettura degli interni e l’arredamento. Moderne scale mobili collegano i diversi piani dell’edificio.
E’ Max Huber a disegna il nuovo logo lR.
Archivio Brustio La Rinascente, Università Commerciale Luigi Bocconi.
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La Rinascente istituisce il celebre premio Compasso d’Oro dedicato ai prodotti dal miglior design. Nato da un’idea di Gio Ponti viene per anni organizzato dai grandi magazzini La Rinascente, allo scopo di mettere in evidenza il valore e la qualità dei prodotti del design italiano allora ai suoi albori.
Un edificio distrutto dalle fiamme e dalle bombe ha ostentato la sua rinascita, scolpendo il suo nome nella Storia d’Italia, per sempre.
Lo farà anche questa volta.
Un caro saluto 🤗
elysArte
Credits e per saperne di più …
www.archives.rinascente.it
CURIOSITA’, RIVOLTA, CAMBIAMENTO.
EVOLUZIONE.
Cari Amici,
in questo secondo periodo di chiusura mi ritrovo a riflettere molto.
Al centro dei miei pensieri, una domanda costante.
Com’è possibile evolvere in un momento storico così delicato e difficile?
Si può.
CURIOSITA‘
“Elisa, non si smette mai di imparare”, dice mio nonno.
Questo è il mio mantra.
La conoscenza è un primato che noi, esseri umani, non possiamo ignorare.
RIVOLTA
Ogni momento di crisi e di difficoltà provoca una profonda rivoluzione di noi stessi.
Impariamo a trasformare le nostre rivoluzioni interne in un bene per la collettività.
CAMBIAMENTO
Cambiare è una delle sfide più sottili per noi esseri umani.
Tuttavia, abbiamo energie interne che già conoscono le soluzioni per farlo.
EVOLUZIONE
La vita su questa Terra è una storia infinita di evoluzioni.
Un destino al quale non possiamo resistere.
Qual è la mia evoluzione?
Eccovi qualche nota.
Ho confermato la solidità del rapporto con i miei luoghi del cuore.
Ho conosciuto persone nuove, ho approfondito legami professionali, intrecciato nuove e stimolanti collaborazioni.
Ho imparato a vivere appieno nella mia nuova città.
Legata alla campagna milanese, ho imparato a conoscere e apprezzare NOVARA che silenziosamente e in maniera discreta riesce a stupirti!
Dedico più tempo alla scrittura,
una delle mie passioni coltivata fin da piccola.
Ho inaugurato nuove visite guidate.
Ho imparato ad usare nuovi canali di comunicazione, nonostante la mia preferita sia quella “dal vivo”.
Consapevole che la strada è ancora lunga e che questo periodo segnerà profondamente le nostre vite, proviamo, nonostante tutto, a non resistere alla nostra evoluzione.
Buona giornata!
elysArte
Da Storiaolivetti.it
Ho sempre cercato il valore della celeberrima espressione “trova il positivo in tutte le cose che ti capitano nella vita”.
Ho sempre pensato a quante volte, nella Storia, l’Italia ha dovuto trovarlo.
Chissà perchè mi viene sempre in mente il rapporto tra la Guerra e i luoghi che oggi sono all’apice della nostra cultura: cattedrali, teatri, monumenti, opere d’arte.
Una delle storie più incredibili è quella dell’Ultima Cena di Leonardo da Vinci a Milano.
Brillante idea quella di averla dipinta su una parete, così i francesi non avrebbero potuto arrotolarla e portarsela via con sé.
Ma poi arrivò la Seconda Guerra Mondiale, al termine della quale Milano contò un terzo degli edifici cancellati e un terzo danneggiati anche in modo grave.
Eppure, mentre tutto quello che gli stava addosso crollò, quella parete e quella che le stava di fronte con la Crocifissione di Donato Montorfano, restarono miracolosamente in piedi!
Salvata da semplici sacchi di sabbia, riparata dalle intemperie con un pezzo di tela, quella parete e quel meraviglioso capolavoro, oggi, sono ancora lì ad accogliere ed emozionare centinaia di migliaia di visitatori.
Riesco così ad aggrapparmi all’idea di trovare il positivo nel credere che, nonostante tutte le chiusure, quei luoghi di cultura non verranno distrutti, che l’uomo troverà la forza di continuare a renderli fruibili e visibili.
Perché, nonostante tutte le chiusure, la cultura non può e non deve crollare.
Leonardo da Vinci ce lo ha dimostrato.
A presto!
elysArte
Cari Amici,
dopo l’esperienza estiva di Riscoprendo Novara, positiva ed emozionante, ecco un nuovo, colorato ed autunnale
programma di visite guidate per continuare a conoscere e condividere insieme altre meravigliose storie novaresi.
Io e Luca vi aspettiamo per un Autunno InNovara interessante e singolare.
I posti sono limitati!
Affrettatevi a prenotare
Tutti i dettagli nelle locandine
elysArte
Cari Amici,
le opere che sto ammirando insieme a mia figlia Sara appartengono ad uno dei grandi pittori della scuola vigezzina, un pittore al quale mi sono affezionata.
Forse per la sua formazione artistica che sento vicina alla mia, forse per la semplicità dei suoi soggetti, forse per la sua tecnica.
Non-a-caso durante il nostro secondo soggiorno in Val Vigezzo, a Santa Maria Maggiore, si tiene una sua mostra che visito appena arrivati.
Sto parlando di Giovanni Battista Ciolina (Toceno, 1870-1955).
Desidero condividere con voi la storia del quadro visibile in fotografia.
Si tratta, in realtà, di un disegno, l’ultimo bozzetto grafico propedeutico alla grande tela dal titolo Il filo spezzato, esposto alla Terza Triennale di Milano nel 1897.
L’opera definitiva (a olio su tela e oggi in collezione privata) riscosse sinceri apprezzamenti presso la critica del tempo e permisero all’artista di farsi strada sulla piazza milanese.
Non solo. E’ la prima volta che Ciolina manifesta la sua adesione alle istanze divisioniste e un interesse verso i temi di matrice simbolista.
All’interno di una stalla trovano rifugio una madre con il proprio bambino e una vecchia che sembra essersi addormentata.
Una scena intrisa di intimità che diventa metafora delle tre età della vita.
Forte è il richiamo dell’opera Le due madri di Giovanni Segantini (Milano, Galleria d’Arte Moderna) presentata dell’artista di Arco alla Prima Triennale di Brera del 1891, alla quale Ciolina venne rifiutato.
De Il filo spezzato esistono tre versioni di minori dimensioni.
Una di queste si trova alla Galleria Giannoni di Novara, grazie alla terza ed ultima donazione (1938) di Alfredo Giannoni che strinse con Ciolina un intenso rapporto di collaborazione.
Buona serata 😊
elysArte
Credits
Immagini “Il filo spezzato”, 1897: http://www.pinterest.it/museoildivisionismo/
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