Cari Amici,
è una delle opere d’arte più conosciute al mondo, realizzata dal “genio” per eccellenza.
Sto parlando dell’Ultima Cena di Leonardo da Vinci.
Volete ammirarla fino quasi a toccare ogni singolo particolare?
Potete farlo comodamente seduti sul divano e per tutto il tempo che volete!
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Desidero condividere con voi alcuni dettagli.

1. All’altezza della testa di Cristo è stato ritrovato, durante l’ultimo restauro, le tracce di un buco che sarebbe servito a Leonardo da Vinci come “punto di fuga” per tutto il disegno prospettico dell’opera.
Inoltre, se osservate bene sullo sfondo potete riconoscere un campanile.

2. Chi è il traditore? Se gli apostoli si fossero agitati meno, se ne sarebbero già accorti. Leonardo non lo ha relegato in un angolo o messo di spalle, come voleva l’iconografia “tradizionale”. Lo ha messo vicino a Gesù, proprio come dice il Vangelo. E’ l’unico che si ritrae, riconoscibile per il suo profilo torvo e per quella mano che afferra avidamente il sacchetto dei trenta denari, simbolo del suo tradimento.
La sua mano sinistra si protende verso lo stesso piatto sul quale si porta la destra di Gesù: “Colui che ha messo con me la mano nel piatto, è lui quello che mi tradirà”.
Osservate attentamente quella mano che afferra il denaro.
Si può aggiungere che Leonardo è attento non solo al testo sacro ma anche alle superstizioni.
Quel brusco movimento, infatti, rovescia un consistente vasetto di sale.
E si sa … porta male!
Questo è un dettaglio che si può notare in una delle copie più antiche del Cenacolo Vinciano, conservata in Belgio nell’Abbazia di Tongerlo, a un’ora da Anversa.
La copia è una testimonianza tangibile di come il celebre dipinto fu originariamente concepito prima che la patina del tempo lo danneggiasse gravemente.

3. Avete mai notato che i colori delle vesti degli apostoli si riflettono nei piatti sulla tavola?
Meraviglia!

E infine … provate a cercare questo dettaglio!

Buona visione!
elysArte

 

Credits

Fra Angelo Maria Caccin O.P., Santa Maria delle Grazie e l’Ultima Cena di Leonardo, 2015

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