Se l’arte moderna avrà un carattere sarà quello della ricerca del colore nella luce.
Giovanni Segantini
Cari Amici,
vista la sospensione della visita guidata alla mostra Divisionismo. La rivoluzione della luce al Castello di Novara, desidero condividere con voi alcune opere presenti in mostra.
Inizio dalla mia preferita. All’ovile di Giovanni Segantini.
Perché?
Perché questo quadro è semplicemente vivo. Perché è un quadro che non si limita ad essere guardato. Possiamo annusarlo.
Sì, annusarlo. Perché di questo quadro possiamo percepire l’atmosfera umida e ovattata che ammanta la scena.

Il dipinto fa parte di un ciclo di tre opere dedicate agli effetti della luce di una lanterna in un ambiente buio e senz’aria, insieme a Le due madri (Galleria d’Arte Moderna, Milano) e All’arcolaio (National Gallery of South Australia, Adelaide).
Le analisi non invasive dell’opera hanno rivelato che Segantini ha ridipinto All’ovile sopra un primo abbozzo della grande tela Le due madri. Man mano che procedeva nell’intento di esprimere un parallelo tra maternità umana e animale, accomunate da un medesimo destino, il supporto deve essergli apparso troppo esiguo e la tela fu trasformata nell’opera che vediamo oggi, nella quale un riferimento alla donna-madre è soltanto accennato.
Tuttavia il soggetto in fondo riprende il parallelo implicito ne Le due madri tra l’essere umano e l’animale, la maternità come fatto naturale che unisce le creature, bisognose di tenerezza e calore.
Dalla corrispondenza con Alberto Grubicy risulta che Segantini in un primo momento avesse intitolato il dipinto Ninna Nanna, poi At home.
Il primo titolo fu presto dimenticato e rimase At home, che illustra chiaramente il concetto: sia la giovane madre assopita accanto alla culla del suo bambino, sia la pecora che allatta l’agnellino si sentono a casa nel tepore del luogo.
Tutte e tre le opere sono capolavori ma l’effetto magico della luce, che ammanta la scena di trascendenza è ancor più percettibile in All’ovile, proprio per la dimensione più intimista.
Per quanto riguarda la tecnica divisionista qui Segantini va oltre la resa suggestiva della luce stessa, per trattini di colori puri giustapposti secondo lo sviluppo della forma e l’irradiarsi dei riflessi che reggono l’immagine. Al rigoroso divisionismo l’artista aggiunge oro in polvere incorporandolo all’impasto fresco, così da accentuare le vibrazioni con un suggestivo luccichio.
Come sempre colpisce la profonda capacità di suggerire l’essenza delle cose, la loro fisicità: dal vello delle pecore al tessuto del vestito della donna, e al suo volto, al legno della mangiatoia diverso da quello della culla … tutto prende vita!


Credits
Annie-Paule Quinsac, Divisionismo. La rivoluzione della luce, 2019
METS Percorsi d’Arte, Novara
Immagini: http://www.deartibus.it
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