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marzo 2021

ARTE IN CASA ~ La primavera, le lavandaie e Alda Merini 🐝🌷

Il 21 marzo è una data che sentiamo familiare.
Non solo perché è il primo giorno di primavera. 🌷
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Il primo giorno di primavera del 1931 nacque a Milano una piccola ape furibonda 🐝 che, con i suoi versi e il suo carisma, irruppe nel mondo della poesia contemporanea, stravolgendolo.
La sua non era solo una passione.
Fin da quando era bambina, infatti, sentiva dentro di sé il bisogno intrinseco, innato, di scrivere, di esprimersi e raccontarsi attraverso componimenti poetici e brevi testi letterari. 🖊
Era qualcosa di cui lei non poteva fare a meno.
Una vera e propria esigenza.
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Il suo nome era Alda Merini.
Un nome destinato ad entrare nella Storia.
La sua nascita fu una sorta di vocazione: il primo giorno di primavera, lo sappiamo, è intriso di un’energia e di una forza di rinnovamento uniche e autentiche.
Un’energia e una forza che si appiccicarono all’anima di questa grande poetessa, capace, nonostante le difficoltà, di aggrapparsi all’amore per la Vita.
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La figura di Alda Merini fu indissolubilmente legata a quella del Naviglio Grande, accanto al quale visse dal secondo dopoguerra fino alla morte, sopraggiunta il 1 novembre 2009.
Fu così che Alda Merini divenne la poetessa dei Navigli per antonomasia.
Per questo motivo, voglio ricordarla con una poesia legata ad una realtà che Alda viveva quotidianamente.

Lavandaie

Lavandaie avvizzite
sul corpo del Naviglio
con un cilicio stretto
stretto intorno alla vita,
lavandaie violente
come le vostre carni,
donne di grande fede
sopravvissute al lutto
della bomba di Hiroshima…
Lavandaie corrotte
dall’odore del vino,
ossequiose e prudenti
fortissime nell’amore
che sbattete indumenti
come sbattete il cuore.

(da “La Terra Santa e altre poesie”, 1984)

La poesia Lavandaie è dedicata ad uno dei luoghi più suggestivi di Milano, incastonato proprio lungo l’alzaia del Naviglio Grande, non lontano dalla Darsena.
Questo luogo è destinato, infatti, a diventare uno degli scorci più amati non solo dai milanesi ma dalle persone di tutto il mondo.
E’ il Vicolo dei Lavandai.

Vicolo dei lavandai oggi

Il vicolo è dedicato ai lavandai, e non alle lavandaie, perché, nell’Ottocento, ad occuparsi del servizio di lavaggio erano gli uomini, organizzati in una vera e propria associazione istituita nel Settecento, la Confraternita dei Lavandai di Milano.
Chissà perché questa mansione toccò poi alle donne. 🤷🏻‍♀️
Un tempo le lavandaie si inginocchiavano su cassette di legno dette brellin, spesso contenenti un cuscino rivestito di cuoio, strofinando i panni sugli stalli di pietra ancora visibili nel vicolo.
Il detersivo usato dalle lavandaie era il cosiddetto palton, una pasta semidensa a base di cenere, sapone e soda. 🧼 I locali della vecchia drogheria che vendeva sapone, candeggina e spazzole alle donne impegnate al lavatoio, oggi ospitano il ristorante El Brellin che, con i camini e i soffitti a cassettoni, ha mantenuto intatta l’atmosfera del luogo.

Vicolo dei lavandai, 1926

Non è finita qui.
Oggi si celebra la Giornata Mondiale della Poesia, creata nel 1999 e patrocinata dall’UNESCO.
Un patrimonio immateriale universale da conservare e tramandare, proprio come ci suggerisce Alda in questo suo importante e suggestivo messaggio.

«A tutti i giovani io raccomando: aprite i libri con religione, non guardateli superficialmente, perché in essi è racchiuso il coraggio dei nostri padri. Soprattutto amate i poeti: essi hanno vangato per voi la terra per tanti anni, non per costruire tombe o simulacri, ma altari.
Pensate che potete camminare su di noi come dei grandi tappeti e volare con noi oltre la triste realtà quotidiana.»

Grazie Alda!

Non vedo l’ora di tornare a raccontarti lungo la sponda del Naviglio!

Un caro saluto 🤗
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Murale dedicato ad Alda Merini in via Magolfa n. 32, Milano, nei pressi de La Casa delle Artiste, luogo che conserva la memoria di Alda.

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Wikipedia, Pinterest

Vittorio Emanuele II, 🤴 il tricolore 🟢⚪🔴 e la Madonnina

GIUSEPPE UGOLINI, Dipinto di Re Vittorio Emanuele II, XIX sec. Museo del Tricolore, Reggio Emilia

 

Cari Amici,
oggi desidero ricordarvi uno dei momenti più autentici della Storia d’Italia.
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Torino, 14 marzo 1861.
Dopo una breve discussione, la Camera dei Deputati approvò il disegno di legge che conferì al re Vittorio Emanuele II il titolo di Re d’Italia, 🤴 proprio nel giorno del suo quarantunesimo compleanno!
I sì furono 294: i due voti mancanti furono quelli di due deputati che confusero le palline (bianca ⚪️ e nera ⚫️) da inserire nelle urne.
L’esito del voto venne salutato da un interminabile applauso. 👏🏻
La carica fu assunta con la promulgazione delle legge il 17 marzo; quel giorno nacque ufficialmente il Regno d’Italia battezzato con la seguente formula divina:

“Vittorio Emanuele II assume per sé e per i suoi successori il titolo di re d’Italia.
Gli atti del governo e ogni altro atto che debba essere intitolato in nome del Re sarà intestato con la formola seguente: (Il nome del Re).
Per Provvidenza divina, per voto della Nazione Re d’Italia”.
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Non è finita qui.
160 anni fa, il 14 marzo 1861, il verde, 🟢 il bianco ⚪️ e il rosso, 🔴 il tricolore italiano per antonomasia, diventò la bandiera del regno. 🇮🇹
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Quando penso al tricolore, per una sorta di deformazione passionale, penso all’imbandieramento della Madonnina “tuta d’ora e piscinina” che veglia sulla città di Milano dall’alto della Guglia Maggiore dal 1774. Questa ricorrenza risale alle Cinque Giornate di Milano del 1848 durante le quali Luigi Torelli e Scipione Bagaggi alzarono il tricolore sulla statua della Vergine per segnalare l’evacuazione della città da parte delle truppe austriache.
Quella vista rincuorò l’intera città e risvegliò l’orgoglio nei combattenti delle barricate, portandoli alla vittoria.
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Ancora oggi, in occasione dei solenni eventi religiosi e civili, sull’alabarda posta alla destra dell’Assunta, sventola la bandiera italiana. 🇮🇹
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Il tricolore viene regolarmente issato nei seguenti giorni:
– 10 febbraio – Giorno del ricordo degli istriani, fiumani e dalmati.
– 11 febbraio – Patti lateranensi.
– 17 marzo – Giornata dell’Unità nazionale, della Costituzione, dell’inno e della bandiera.
– 18-22 marzo – Cinque Giornate di Milano.
– 25 aprile – Liberazione dal nazifascismo.
– 1 maggio – Festa del lavoro.
– 9 maggio – Giornata d’Europa.
– 2 giugno – Festa della Repubblica.
– 28 settembre – Insurrezione popolare di Napoli contro i nazifascisti.
– 4 ottobre – San Francesco e Santa Caterina, patroni d’Italia.
– 4 novembre – Giornata dell’Unità nazionale e delle Forze Armate.
– 12 novembre – Giornata del ricordo dei Caduti militari e civili nelle missioni internazionali per la pace e Giornata della memoria dei marinai scomparsi in mare.
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Un caro saluto 🤗
elysArte

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Andrea Cherchi

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Accadde Oggi

Il Tredesin de Marz, Barnaba e la primavera 🌸

Cari Amici,
il 13 marzo del 52 d.C. un umile pellegrino giunse alle porte di Milano sorreggendosi su un bastone.
Questo straniero, originario di Cipro, portò con sé qualcosa di straordinario per quei tempi: il cristianesimo.
Il suo nome era Giuseppe, soprannominato Barnaba, “figlio della consolazione”.
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E’ in una radura 🌳 che si estendeva fuori dalla città che, secondo la leggenda, Barnaba inaugurò la sua missione conficcando una croce di rami secchi in una pietra rotonda con tredici raggi incisi sopra e predicando alla folla. 🗣
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Questa pietra, collocata anticamente nei pressi dell’odierno Planetario, venne portata all’interno della Basilica di San Dionigi a Porta Orientale (oggi Porta Venezia), dove vi rimase per secoli fino alla demolizione della chiesa, avvenuta nel 1783.
Traportata nella chiesa di Santa Maria al Paradiso in Corso di Porta Vigentina, 14, è ancora in questo luogo che possiamo ammirarla.
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L’arrivo di Barnara portò a Milano non solo il cristianesimo ma anche la primavera, 🌸 il cui arrivo, tradizionalmente, si festeggia in città proprio il 13 marzo.
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Fu così, infatti, che nacque la festa del Tredesin de Marz.
Per celebrare questa ricorrenza, mentre intorno alla chiesa di Santa Maria Paradiso si svolge uno speciale mercato di fiori, 🌷 al suo interno, proprio sopra quella pietra dai tredici raggi, viene esposta una croce che riproduce quella fatta con semplici rami da San Barnaba.
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“E quî giornad del tredesin de Marz?
Gh’era la fera, longa longhera, giò fina al dazi, coi banchitt de vioeur,
de girani, coi primm roeus, e tra el guardà, l’usmà, el toccà,
se vegneva via col coeur come on giardin, pensand al bell faccin de
Carolina che sotta al cappellin a la Pamela e col rosin sul sen
la pareva anca lee la primavera.”

di Emilio de Marchi
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Un caro saluto! 🤗
elysArte

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Urbanfile e Andrea Cherchi

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