Cari Amici,
le opere che sto ammirando insieme a mia figlia Sara appartengono ad uno dei grandi pittori della scuola vigezzina, un pittore al quale mi sono affezionata.
Forse per la sua formazione artistica che sento vicina alla mia, forse per la semplicità dei suoi soggetti, forse per la sua tecnica.
Non-a-caso durante il nostro secondo soggiorno in Val Vigezzo, a Santa Maria Maggiore, si tiene una sua mostra che visito appena arrivati.
Sto parlando di Giovanni Battista Ciolina (Toceno, 1870-1955).
Desidero condividere con voi la storia del quadro visibile in fotografia.
Si tratta, in realtà, di un disegno, l’ultimo bozzetto grafico propedeutico alla grande tela dal titolo Il filo spezzato, esposto alla Terza Triennale di Milano nel 1897.
L’opera definitiva (a olio su tela e oggi in collezione privata) riscosse sinceri apprezzamenti presso la critica del tempo e permisero all’artista di farsi strada sulla piazza milanese.
Non solo. E’ la prima volta che Ciolina manifesta la sua adesione alle istanze divisioniste e un interesse verso i temi di matrice simbolista.
All’interno di una stalla trovano rifugio una madre con il proprio bambino e una vecchia che sembra essersi addormentata.
Una scena intrisa di intimità che diventa metafora delle tre età della vita.
Forte è il richiamo dell’opera Le due madri di Giovanni Segantini (Milano, Galleria d’Arte Moderna) presentata dell’artista di Arco alla Prima Triennale di Brera del 1891, alla quale Ciolina venne rifiutato.
De Il filo spezzato esistono tre versioni di minori dimensioni.
Una di queste si trova alla Galleria Giannoni di Novara, grazie alla terza ed ultima donazione (1938) di Alfredo Giannoni che strinse con Ciolina un intenso rapporto di collaborazione.

Buona serata 😊
elysArte

Credits
Immagini “Il filo spezzato”, 1897: http://www.pinterest.it/museoildivisionismo/